Giornata mondiale dei nonni e degli anziani

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«Per parlarci del regno di Dio, Gesù usa delle parabole. Racconta storie semplici, che raggiungono il cuore di chi ascolta; e questo linguaggio, pieno di immagini, somiglia a quello che tante volte i nonni utilizzano con i nipoti, magari tenendoli sulle ginocchia: così comunicano una sapienza importante per la vita». Inizia con questa importante similitudine l’omelia che Papa Francesco ha pronunciato alla messa nella Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, che si è celebrata ieri. Pensando a loro, il pontefice ha proposto una rilettura dei tre racconti contenuti nel Vangelo di questa domenica, i quali hanno un aspetto comune: il crescere insieme.

Nella prima parabola, il grano e la zizzania crescono insieme nel medesimo campo (Mt 13,24-30). Allo stesso modo, nella storia umana come nella vita di ognuno coesistono luci e ombre, amore ed egoismo, bene e male. Il cristiano deve avere verso ciò un approccio realistico, che metta da parte ottimismi ingenui e pessimismi nocivi. Animato dalla speranza di Dio, è conscio di come va il mondo ed è consapevole che il male viene anche da dentro di sé, non è sempre colpa degli altri. Quando si vede che grano e zizzania convivono, non bisogna strappare la seconda con impulsività e persino aggressività, anche se animati da buone intenzioni. Questo porta a un’illusione di purezza, che comporta intransigenza e violenza verso chi è caduto nell’errore. Occorre dunque avere pazienza e lasciare che «il grano buono e la zizzania crescano insieme fino al tempo della mietitura» (Mt 13,30), accogliendo fragilità, ritardi e limiti per intervenire con rispetto e mitezza. Il tempo della vecchiaia è quello della riconciliazione con quello che si è fatto in vita, nell’attesa fiduciosa del giudizio del Signore senza rimpianti e rimorsi.

La seconda parabola parla del granello si senape che, da piccolo com’è in partenza, si sviluppa in modo apparentemente invisibile in un albero «più grande delle altre piante dell’orto […], tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami» (Mt 13,32). Come il regno dei cieli è l’opera di Dio che agisce in modo silenzioso nelle trame della storia, così la nostra vita cresce lentamente attraverso sogni e progetti, cercando di diventare un albero che non vive per sé stesso, ma offre spazio ad altri. I nonni dovrebbero essere alberi rigogliosi sotto i quali i figli e i nipoti realizzano i propri nidi. Serve dunque una nuova alleanza tra giovani e anziani, «perché la linfa di chi ha alle spalle una lunga esperienza di vita irrori i germogli di speranza di chi sta crescendo».

Infine, continua Francesco, come nella terza parabola il lievito e la farina fanno crescere insieme l’impasto (Mt 13,33), nelle vite delle persone e nelle famiglie occorre coinvolgere gli anziani per generare un mondo più umano e fraterno. Mettendo da parte individualismi ed egoismi, non dimentichiamoci di chi è fragile a causa dell’età. Non separiamoci pensando di potercela fare da soli, «cresciamo insieme, andiamo avanti insieme».